Molte persone credono che esista un solo tipo di marijuana. In realtà non è affatto così. Ne esistono nel mondo molte diverse varietà, con caratteristiche proprie ben precise. Tra le varietà in assoluto più diffuse e famose, la cannabis sativa e indica, nonché la ruderalis. Andiamo a scoprirle insieme.
La pianta di marijuana indica è diffusa in zone fredde e montuose, con un clima rigido e asciutto. È tipica soprattutto di Nepal e India. Si tratta di una pianta piuttosto bassa, che solitamente infatti raggiunge un’altezza massima di 1,5 metri. Proprio perché queste piante non sono molto grandi, sono adatte anche per le coltivazione indoor. È possibile effettuare anche la coltivazione idroponica della pianta di marijuana indica. É una pianta cespugliosa, di forma triangolare. La chioma è fitta e le cime sono dense. Le foglie hanno una forma a ventaglio. Sono foglie compatte, con dita tozze. Il tronco della indica è molto legnoso, proprio per questo motivo non viene utilizzata in ambito tessile. Le infiorescenze sono dense e di grandi dimensioni.
Solitamente la cannabis indica contiene elevati livelli di THC. La concentrazione è variabile, ma in alcune piante può arrivare persino al 25%. Il THC è un cannabinoide con effetto psicotropo. Può comportare quindi un’alterazione della percezione di sé e del mondo e stati di euforia. Si tratta di una sostanza considerata proprio per questo motivo una droga a tutti gli effetti. È una sostanza illegale, quella sostanza che viene cercata tramite test tossicologici.
La cannabis sativa è diffusa in zone calde e tropicali, con temperature quindi elevate e un tasso di umidità altrettanto importante. È tipica soprattutto di Thailandia, Vietnam, Colombia e Messico. Si tratta di una pianta davvero molto alta e snella. Può raggiungere altezze tali da essere impossibile da coltivare indoor. Deve è necessariamente essere coltivata all’aperto. È una pianta con internodi posizionati a grande distanza gli uni dagli altri. Non assomiglia quindi affatto ad un cespuglio come la varietà indica. Le cime sono affusolate inoltre e molto vaporose. Anche la foglia è stretta e allungata, con dita affusolate. Sono affusolate anche le infiorescenze, vaporose e leggere.
Il tronco non è particolarmente legnoso. È fibroso, adatto proprio per questo motivo per essere utilizzato in ambito tessile e per la produzione di carta. Solitamente la cannabis sativa non possiede elevati livelli di THC. In genere la concentrazione di THC è dell’1-2% al massimo. Difficile che si arrivi a concentrazioni del 5%. Sono però alti i livelli di CBD. Proprio per questo motivo la cannabis indica è ideale per la produzione di cannabis light o legale. Non solo, è proprio dalla cannabis indica che si è soliti estrarre l’olio di CBD. Il CBD è un cannabinoide. Non ha un effetto psicotropo. Non agisce quindi sulle facoltà mentali o sulla percezione. Il CBD però è considerato un importante integratore alimentare, ricco infatti di sostanze che comportano benessere per l’organismo. Inoltre favorisce un intenso senso di relax.
Cannabis indica e sativa sono senza alcun dubbio le tipologie di marijuana in assoluto più diffuse e conosciute. Una menzione la merita però anche la cannabis ruderalis, conosciuta anche come canapa russa. È infatti una pianta tipica della Russia, in modo particolare della Siberia. Proprio perché cresce in condizioni avverse e a temperature molto rigide, si tratta di una pianta piccola. Arriva infatti al massimo ad un’altezza di 0,5 metri. Il fusto è robusto. Non sono presenti ramificazioni laterali. Le cime sono piccole, spesso del tutto assenti. È ridotto il contenuto di THC e di CBD presente nella pianta. Si tratta di una specie utile per gli incroci. Grazie all’incrocio con la cannabis ruderalis infatti si ha la possibilità di rendere la pianta robusta e capace di resistere ad ogni condizione. Solitamente tramite incrocio con la ruderalis si da vita a piante con elevati livelli di CBD, piante quindi che sono legali.
È vero, la cannabis ruderalis è molto utilizzata negli incroci. È importante però ricordare che in realtà anche la sativa e la indica vengono spesso incrociate tra loro. Ovviamente per ognuna di queste tre varietà sono disponibili innumerevoli sottospecie, a decine e decine. Gli incroci insomma a cui è possibile dare vita sono pressoché infiniti.
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