La cannabis, soprattutto ciò che riguarda la sua legalizzazione, è da sempre uno dei temi che più divide l’opinione pubblica italiana e internazionale. Il tema della cannabis, negli ultimi anni, è tornato centrale dopo il boom di negozi online che vendono canapa legale e i suoi derivati.
Un numero sempre maggiore di persone, inoltre, inizia a fumare cannabis per beneficiare dei suoi effetti benefici, ma c’è ancora una parte della popolazione che conosce poco questo mondo.
Ecco una piccola guida per scoprire, tra le altre cose, che cos’è la cannabis, a cosa serve la cannabis e come coltivare cannabis.
La cannabis è una pianta della famiglia delle Cannabinacee, di cui esistono principalmente tre specie: indica, sativa e ruderalis. La più diffusa tipologia di cannabis è la sativa che può arrivare fino ai 5 metri di altezza.
Le infiorescenze femminili della cannabis sativa producono principi attivi, tra cui i cannabinoidi più conosciuti come il THC (psicoattivo che ha effetto ricreativo) e il CBD (con effetto terapeutico e rilassante).
Per le sue caratteristiche, in alcuni paesi è consentito il solo uso terapeutico, mentre in altri è permesso anche il consumo per uso ricreativo. La cannabis è conosciuta anche con i nomi di erba, ganja e marijuana.
La cannabis può essere coltivata a casa, stando attenti a osservare alcune regole che permettono una perfetta germinazione cannabis.
I fattori che influiscono maggiormente, al pari di qualsiasi altra pianta, sono la luce, l’acqua, le sostanze nutritive e l’aria fresca.
Come coltivare la cannabis e, soprattutto, quando piantare la cannabis? Nel caso in cui si decide per la coltivazione in casa, per mancanza di spazi esterni, è importante monitorare la temperatura, il livello di umidità e il sistema di illuminazione della camera. È fondamentale, inoltre, garantire alla stanza il giusto riciclo d’aria.
La cannabis si pianta tendenzialmente nei mesi primaverili come aprile e maggio, ma molto dipende dalle condizioni climatiche del posto in cui si vive.
La raccolta cannabis è il momento più atteso da tutti coloro che coltivano marijuana.
La prima raccomandazione da seguire è quella di non avere fretta, ma allora
quando raccogliere cannabis?
I fiori di cannabis, per avere la migliore resa possibile, devono essere raccolti nel momento giusto: questo infatti influisce su quanto dura effetto cannabis.
Ogni qualità di fiori di cannabis ha i propri tempi di germinazione, ma a grandi linee si può affermare che la qualità indica richiede 8 settimane di fioritura, mentre la sativa arriva a 10.
Un’altra domanda ricorrente è come coltivare semi di cannabis senza incorrere in sanzioni. Secondo le ultime modifiche al Testo Unico degli Stupefacenti, è permesso coltivare individualmente fino a 4 piante di marijuana legale.
La coltivazione e la detenzione fino a 4 piante femmine di cannabis legale, ovvero con THC inferiore allo 0,5%, è quindi esente da ogni tipo di sanzione sia penale che amministrativa.
Se si supera il numero di 4 piantine si è sanzionati solo dal punto di vista amministrativo nel caso dell’utilizzo di tecniche rudimentali di coltivazione e se si tratta di piante di piccole dimensioni.
La cannabis ha una resa diversa a seconda delle condizioni ambientali in cui si trova.
Una pianta di cannabis, in linea generale, può produrre da 0 a 1500 grammi di cannabis.
Uno dei fattori che influiscono sulla resa finale di una pianta di cannabis, c’è se si tratta di una pianta autofiorente o fotoperiodica. Inoltre, bisogna considerare se la tipologia di cannabis è indica o sativa. Influiscono anche il tipo di substrato e di fertilizzante che si usa durante la coltivazione.
Si può affermare che una pianta fotoperiodica, cresciuta in condizioni favorevoli, può produrre dai 200 ai 600 grammi di marijuana. Per quanto riguarda invece le autofiorenti la loro produzione è tra i 30 e i 120 grammi.
L’uso della cannabis è assolutamente vietato per le persone che svolgono lavori che richiedono un alto tasso di concentrazione, riflessi e lucidità.
Uno dei modi per controllare il consumo più o meno recente di cannabis è l’analisi delle urine.
La cannabis, stando a diversi studi scientifici, ha un tempo variabile di permanenza nelle urine a seconda di come è stata consumata e delle condizioni di salute del consumatore.
Quanto dura l’effetto della cannabis per i consumatori abituali? La cannabis può restare nelle urine per un periodo di 20-30 giorni, mentre il periodo si abbassa a 7-8 giorni per i fumatori occasionali. Nel caso di consumi cronici, ovvero quando si fuma più volte nell’arco della stessa giornata, le tracce si possono trovare anche dopo 90 giorni.
Le analisi del sangue sono un altro metodo per trovare la cannabis all’interno dell’organismo.
A influire sui tempi di permanenza della cannabis nel sangue sono, tra le altre cose, la struttura fisica del fumatore e il suo stile di vita.
I tempi cambiano anche a seconda se la cannabis è ingerita o fumata.
Quanto resta la cannabis nel sangue? I tempi di permanenza che la cannabis ha nel sangue possono variare, nel caso di un fumatore occasionale, da 1 a 2 giorni.
Nel caso invece di un consumatore abituale, la cannabis può trovarsi nel sangue anche dopo 14 giorni.
I semi di cannabis legale si acquistano direttamente dagli ecommerce o dai negozi fisici. La cannabis legale, nel caso di acquisto da negozi online, arriva direttamente a casa propria nel massimo rispetto della privacy e in tempi rapidi.
È possibile, nelle piattaforme che vendono cannabis legale, sfogliare i vari cataloghi e ordinare i semi cannabis che si desidera coltivare. Acquistare semi e infiorescenze di campa consente, inoltre, la preparazione di oli e burri alla marijuana.
A cosa serve l’olio di cannabis? A preparare eccezionali biscotti o brownies alla marijuana.
La legalizzazione della cannabis non procede in maniera uguale in tutti i paesi del mondo.
La cannabis, infatti, è legale in alcuni stati, mentre in altri il suo uso è ancora criminalizzato.
Nella maggior parte dei paesi, inoltre, è consentito l’uso di canapa legale per uso terapeutico, mentre è sanzionato l’uso ricreativo.
Tra i pesi in cui la cannabis medicinale è legale ci sono 37 stati degli Stati Uniti d’America, la Germania, la Colombia, l’Italia, la Polonia, la Svizzera, i Paesi Bassi e il Regno Unito.
L’uso ricreativo è consentito da paesi come il Canada, la Georgia, Malta, il Messico, l’Uruguay, la Thailandia e 19 stato federali degli Stati Uniti.
La cannabis legale contiene, tra le altre cose, un alto concentrato di CBD, cannabinoide conosciuto per i suoi effetti benefici.
Proprio per questo motivo, ormai da diverso tempo, la cannabis si utilizza regolarmente come cura per diverse patologie.
Il CBD, per via dei suoi effetti antinfiammatori e antispasmodici, è impiegata per contrastare ogni tipo di dolore, ma anche nausea, vomito e stai d’ansia.
La sua assunzione avviene solitamente per via orale o per inalazione, attraverso vaporizzatori.
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