L’economia verde (Green Economy) è un particolare modello di sviluppo economico che prende in esame, oltre ai benefici consoni (come l’aumento del prodotto interno lordo), anche l’impatto ambientale. Cosa centra l’economia verde con la cannabis light? Questi due fattori hanno in comune molto più di quanto si possa credere, perché la green economy, oggi, rappresenta il vero futuro dell’economia. Al centro di questa importante novità, troviamo proprio l’ombelico del mondo, il continente africano. L’Africa infatti si sta piano piano aprendo all’industria, alla coltivazione, alla produzione e alla commercializzazione della pianta di canapa. Lentamente, ma con forte convinzione, l’Africa, vede nella cannabis sativa la chiave di volta per rilanciare la propria economia.
Per un paese in cui terra e sole non mancano, sfruttare i suoi punti forti per investire e incentivare la coltivazione della cannabis, vuol dire riuscire a trovare un metodo tutto verde per dare nuovo impulso all’economia del paese. E mentre in Italia ancora non vengono trovati gli accordi giusti per normare la cannabis light, l’Africa è già oltre e mette al centro di diversi ambiziosi progetti politici ed economici, una preziosa risorsa come la cannabis. Alla luce di queste iniziative (in alcuni casi sperimentali e in altre già definite), moltissimi stati africani hanno spalancato le porte della coltivazione della cannabis a servizio di settori industriali, medici e di ricerca. Diverse le situazioni da stato a stato.
Nel progetto economia verde africana a base di cannabis light, troviamo diversi stati partecipanti:
Ciascuno di questi paesi ha deciso di “darsi una possibilità” in campo economico, puntando risorse e tempo alla coltivazione e all’esportazione della cannabis sativa.
Il Lesotho è in assoluto il primo stato africano a concedere, nel 2017, permessi e licenze per coltivare cannabis medica. Le concessioni consentono la produzione, fornitura, esportazione e trasporto della cannabis terapeutica. Lo stesso vale per ogni altro prodotto a basa di cannabis.
Clima e manodopera a buon mercato fanno del Lesotho, la nazione ideale per coltivare marijuana. Consapevoli di questi e altri allettanti fattori, moltissimi investitori canadesi, hanno iniziato ad interessarsi al commercio di cannabis medica nel Lesotho. Al momento però la produzione e la commercializzazione del prodotto sembra di essere di esclusivo appannaggio delle grandi industrie. Questo perché purtroppo, i costi iniziali da sostenere per ottenere le licenze di produzione (circa 37.000 dollari americani) possono essere sostenuti solamente dalle imprese più grandi. I piccoli coltivatori, pertanto, continuano a coltivarla illegalmente.
Il governo ha comunque predisposto un apposito Ufficio per gli Stupefacenti e incoraggia le aziende straniere ad investire nel proprio paese e nella propria produzione interna.
È dal 2015 che esiste in Malawi una legge che regolamenta la coltivazione di canapa industriale. Il paese, dotato di uno sbocco sul mare, base la propria economia prevalentemente sull’agricoltura. L’allora vicepresidente della commissione parlamentare per l’agricoltura aveva sostenuto il progetto “canapa”, ritenendolo un modo per far crescere l’economia interna e rilanciare il paese.
Nel 2018 in Zimbabwe è stata legalizzata la cannabis terapeutica. Nel 2019 è stato seminato il primo campo di cannabis. Oggi si continua a concedere le licenze quinquennali agli agricoltori per la coltivazione della canapa. La prima organizzazione alla quale è stata rilasciata una licenza per la coltivazione della cannabis è la ZIHT.
Dall’anno scorso, il Parlamento del Ghana ha approvato la legge sulla legalizzazione all’uso della canapa per scopi sanitari e industriali. Come già accade in USA, adesso anche in Ghana è possibile coltivare cannabis contenente THC inferiore al 0,3%
In Ghana è anche già presente un’associazione per la promozione della canapa dello Stato, la HAG, il cui presidente, Nana Kwaku Agyemang, sottolinea l’importanza di sottoporre le coltivazioni a controlli da parte delle autorità anti droga del paese.
Anche lo Zambia ha legalizzato la produzione di cannabis terapeutica nel 2017. I malati possono addirittura coltivare la propria cannabis direttamente a casa, in modo del tutto legale. Dal 2019 è inoltre possibile esportare la marijuana legale. Una mossa audace e astuta per rilanciare un’economia in difficoltà e storicamente stagnante.
Dal 2018 il Sudafrica ha sancito come incostituzionale la legge sulla droga che non consentiva la coltivazione, il possesso e il consumo di cannabis. Di conseguenza oggi in questo stato è legale coltivare, possedere e consumare per uso personale la cannabis.
Infine nel Ruanda il consiglio dei Ministri, nel 2020, ha approvato la produzione ed esportazione di cannabis per uso medico. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro della Salute in diretta televisiva. Il consumo di cannabis rimane comunque vietato a livello locale.
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