Come si cura il glaucoma con la cannabis? Il glaucoma è una patologie che colpisce gli occhi e può portare alla completa cecità in maniera irreversibile. Questo non vuol dire che non possa essere migliorata con l’utilizzo di farmaci. Fin dagli anni ‘70 nella lotta contro il glaucoma sono stati usati cannabis e cannabinoidi. Proprio in questi anni ebbe inizio la storia della cannabis medicinale.
Il glaucoma può essere curato con la marijuana per via degli effetti che la cannabis ha sulla pressione arteriosa. L’occhio colpito da glaucoma si presenta di un classico colore azzurro opaco che tende al grigio. Con il termine glaucoma ci si riferisce a un gruppo di patologie che dipendono dalla pressione intraoculare, proprio come hanno rilevato alcuni studi risalenti al 1622, in base ai quali il medico inglese Richard Banister affermò che le malattie come il glaucoma rendevano l’occhio più duro di quello che in natura dovrebbe essere.
La pressione dell’occhio che aumenta dipenderebbe dall’umor acqueo, liquido che circonda l’occhio e che ne assicura il nutrimento. Se le vie in cui questo liquido dovrebbe passare si ostruiscono il suo passaggio viene limitato provocando un accumulo di pressione.
2 i tipi di glaucoma che si possono rilevare:
Il glaucoma è una delle maggiori cause di cecità. Il primo approccio che si tenta è quello farmacologico, con prodotti che sono in grado di ridurre la pressione intraoculare, andando ad agire sulle vie di circolazione dell’umor acqueo. Quando i farmaci non riescono nel loro intento si possono tentare le vie chirurgiche con l’utilizzo del laser. Ovvio che come sempre succede la via chirurgica non è priva di possibili complicanze, nonostante queste siano comunque molto rare.
Con l’introduzione della cannabis terapeutica Italia si pensò che questa fosse anche in grado di offrire una buona soluzione per il glaucoma. Proprio da questa idea nel 1974 iniziò una vera e propria rivoluzione della cannabis terapeutica. Degli studi specifici si ebbero grazie a Robert C. Randall, uomo di 26 anni che si accorse come fumando cannabis diminuivano gli aloni intorno alle luci che sperimentava per via del suo glaucoma. Decise allora d’iniziare la coltivazione presso la sua abitazione fino a quando non venne scoperto dalla polizia. Affermò davanti a loro che il glaucoma si era alleviato grazie al fumo della cannabis, teoria che venne provata dai controlli effettuati sul soggetto.
Insomma al processo fu provato che il male che voleva evitare coltivando cannabis era maggiore di quello che poteva compiere con la sua coltivazione. Venne allora assolto, divenendo il primo consumatore di cannabis a scopo terapeutico. Un percorso completo quello a cui diede inizio Randall, che doveva portare al riconoscimento della cannabis come prodotto potenzialmente terapeutico. In effetti la cannabis è in grado di generare non pochi benefici, basta pensare alla cannabis e il mal di testa. In effetti inalarla permette di ridurre il mal di testa del 50%.
2 sono i motivi per cui la cannabis e i cannabinoidi risultano essere efficaci contro il glaucoma. Innanzitutto abbassano la pressione intra-oculare grazie al recettore CB1, espressi sia nella retina che nelle strutture oculari anteriori come il reticolo trabecolare, il canale di Schlemm, l’iride, il muscolo del corpo ciliare e l’epitelio pigmentato ciliare. Inoltre la cannabis è efficace perché offre un effetto neuroprotettivo andando a proteggere le cellule gangliari retiniche da vari tipi di danni.
Gli studi hanno dimostrato come i cannabinoidi riducono la IOP e rallentano il progredire del glaucoma. In particolare, agisce in tale direzione il THC che viene somministrato per via orale, endovenosa o per inalazione. Non è invece efficace nel caso in cui l’applicazione avvenga in maniera diretta nell’occhio sotto forma di collirio. Quest’ultima caratteristica è data dalla natura liposolubile del THC che non si scioglie in acqua. In genere per ridurre i possibili effetti collaterali si associa il THC al CBD.
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