Lavorare in una coltivazione marijuana, in tante zone del mondo, è esattamente un lavoro come gli altri.
L’industria della cannabis light e di quella legale, infatti, è in piena crescita in tanti paesi del mondo e il suo sviluppo non è affatto destinato a fermarsi.
L’accelerazione per la legalizzazione della cannabis significa un aumento dei posti di lavoro di tutto l’indotto che gira intorno a questo business.
Secondo alcune stime nel 2027, ad esempio, ci si attende che i ricavati da vendita di marijuana legale possono arrivare a circa 57 miliardi di dollari.
Proprio alla luce di questi dati, molte aziende sono al lavoro per ritagliarsi uno spazio in questo enorme business destinato a crescere ancora negli anni a venire.
Basta pensare che nel periodo compreso tra l’inizio 2017 e agosto 2018, il numero di persone impiegate in questo settore è cresciuto del 690% con un aumento dei salari del 16,1%.
Nel 2021, secondo il parere degli esperti, le persone che lavorano in questo settore sono da calcolare nell’ordine delle 400.000 unità.
Il lavoro più facile da ottenere se si vuole lavorare nel settore della coltivazione marijuana è quello del potatore o, come dicono gli inglesi, trimmer.
La funzione del potatore è quella di pulire le cime di cannabis light precedentemente tagliata e lasciata seccare, da cui l’origine del termine inglese (to trim significa infatti tagliare, spuntare).
Si tratta ovviamente di un lavoro molto duro che si svolge in ogni piantagione di marijuana legale outdoor.
Il lavoro in una piantagione marijuana non richiede particolare esperienza anche se non è così facile come si può pensare.
Gli stati dove c’è una buona richiesta di trimmer sono soprattutto il Colorado, la California, lo Stato di Washington, il Canada, la Germania e la Svizzera.
Anche in Africa, negli ultimi anni, si registra un aumento delle coltivazioni di canapa che seguono i principi dell’Economia Verde.
Le paghe, nella maggior parte dei casi, sono molto basse e sono proporzionate alla quantità di cannabis legale pulita nel corso della giornata lavorativa.
I più esperti si trovano soprattutto negli Stati Uniti e riescono a guadagnare fino a 300/400 dollari al giorno per pulire intorno ai due pound di cannabis.
Ogni potatore, a inizio turno, riceve una cassetta di Cannabis sativa e indica che corrisponde più o meno alla quantità di una pianta tagliata ed essiccata.
Il primo step quando si lavora in una piantagione di marijuana legale è mettere le foglie più grandi e i rami in due sacchetti differenti da destinare al compost.
Una volta che la cassa è vuota, il potatore inizia il lavoro di pulizia di ogni singola cima.
Questa poi è setacciata, pesata e registrata.
Le regole del lavoro cambiano a seconda se si tratta di una coltivazione di marijuana che rientra nel mercato dell’uso terapeutico o ricreativo.
I fiori più piccoli, in ogni caso, si scartano e tornano utili per la creazione di estratti e altri prodotti derivati, mentre quelli più grandi non devono superare la lunghezza del pollice.
Un lavoro pesante che in molti fanno solo come impiego stagionale per guadagnare buone quantità di denaro in poco tempo, ma il tutto a ritmi assai serrati.
Dopo aver visto la situazione in alcuni altri paesi del mondo, è interessante guardare a cosa succede nel campo della marijuana piantagione in Italia.
Secondo la legge in vigore in Italia è possibile possedere solo una piantagione marijuana light, ovvero la varietà con un basso livello di sostanze psicotrope.
Questo tipo di cannabis è la sola che la legge italiana ritiene legale e quindi coltivabile anche se con alcune limitazioni importanti.
Per quanto riguarda la cannabis light, si tratta di marijuana con concentrazioni di THC inferiori allo 0,6%.
Nel momento in cui si vuole avviare una coltivazione marijuana Italia è fondamentale accertarsi di essere in possesso di questo tipo di semi per non avere problemi con le Forze dell’Ordine.
La buona notizia è che una marijuana legale piantagione mantiene gli stessi benefici officinali di quella tradizionale.
La cannabis che si sviluppa ha quindi funzione antinfiammatoria, antiemetica, anticonvulsivante e antiossidante.
L’unico modo, come detto, per coltivare marijuana all aperto in Italia è quello di seminare la varietà di canapa povera di THC e ricca di CBD (che permette le funzioni benefiche sopracitate).
Seguendo anche in questo caso le regole e le norma stabilite dalla Federcanapa.
In caso contrario, le Forze dell’Ordine sono chiamate a intervenire e c’è il rischio di andare incontro a sanzioni penali o amministrative.
Ne è un esempio il maxi sequestro di 20mila piante fatto dalle Forze dell’Ordine in una piantagione marijuana a Riesi (Sicilia) solo qualche anno fa.
Il tuo carrello è vuoto.
WhatsApp us