La marijuana legale è un argomento controverso quasi quanto quella che non legale. Negli ultimi anni diversi studi sono stati portati avanti su cannabis e sport, perchè sembra che ci sia un legame tra i due, un effetto positivo di una sull’altro. Ciò che offre un effetto benefico anche agli sportivi e sulle loro prestazioni sarebbe il CBD, il cannabidiolo, insomma la stessa sostanza che permette di utilizzare l’erba legale come medicinale per la cura di alcuni disturbi che accompagnano spasmi e dolori. Ma affrontiamo un argomento per volta, cerchiamo di comprendere come la cannabis e lo sport possano essere legati e anche il legame tra gli esami tossicologici e cannabis light.
Per poter parlare di cannabis e sport, occorre innanzitutto lasciar cadere un paio di stereotipi. Il primo è quello che fumare erba faccia male, il secondo è che gli sportivi non utilizzano sostanze di questo tipo. Dopo aver compiuto questo passo sarà molto più semplice capire il tutto.
Quando si fa dello sport si prova un profondo senso di benessere, euforia, il tutto dovuto alle endorfine che il nostro corpo sprigiona in maniera completamente naturale. Le endorfine sono in grado di contrastare sia la stanchezza che lo stress e questo è il motivo per cui fare sport permette di scaricare la tensione che in genere si accumula.
A concorrere nella creazione di questa sensazione piacevole vi è anche l’anandamide un neurotrasmettore acido che fa parte degli endocannabinoidi. Anche questa è prodotta in maniera organica dal nostro corpo e si collega a sentimenti di euforia, sollievo dal dolore, benessere e relax. Il CBD potrebbe giocare un ruolo fondamentale, perchè in grado di aumentare la quantità di anandamide che è a disposizione dell’organismo e che aumenta con l’attività sportiva.
Il CBD non solo favorisce il benessere dell’organismo ma ha anche proprietà specifiche:
Il rapporto tra cannabis e sport è determinatio anche dal THC che viene conservato nelle cellule del tessuto adiposo. Una persona magra, atletica smaltirà il principi attivo in maniera molto più veloce rispetto a una persona più in carne. Certo che tutto dipende dalla frequenza con cui la cannabis viene assunta. I livelli ematici di THC aumenta di circa del 15% subito dopo l’esercizio fisico, ma questo aumento avviene solo per un massimo 2 ore dopo l’allenamento.
Nel 2004 prima che l’Agenzia mondiale antidoping adottasse il Codice mondiale antidoping, la cannabis era vietata dalle federazioni sportive. L’elenco delle sostanze proibite si basa però su 3 criteri precisi: il primo è che la sostanza possa migliorare le prestazioni, metta a rischio la salute dell’atleta, violi lo spirito sportivo.
In base a ciò per molto tempo la cannabis è stata messa in discussione, in riferimento a quella che non è erba legale. Solo nel 2002 quando oltre un quarto di tutti i test positivi condotti dal Comitato olimpico internazionale francese erano positivi alla presenza di cannabinoidi si è deciso di studiare il legame positivo tra cannabis e sport.
Dopo che molti atleti si sono schierati a favore del legame tra cannabis e sport, nel 2013 l’Agenzia Mondiale antidoping ha deciso di innalzare il livello di tolleranza ai principi attivi dell’erba legale, portandolo a 150 nanogrammi per ml, contro i 15 precedenti.
Ad oggi non sono poche le testimonianze di atleti che affermano di utilizzare CBD in maniera regolare, abbattendo ogni tabù sull’argomento. L’assunzione della sostanza dopo una gara permetterebbe un buon recupero muscolare in maniera veloce ed ecco che i Giochi Olimpici di Rio 2016 sono stati i primi a regolamentare l’uso della cannabis. Nel 2018 la WADA ha deciso di eliminare il CBD dall’elenco delle sostanze proibite.
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