Oggi non è difficile sentir parlare di biomassa di canapa sativa. Non tutti sanno però cosa effettivamente sia, a cosa serva e com’è utilizzata. Da quando la canapa legale è tornata di moda e il suo mercato ha trovato un nuovo impulso, la biomassa è di nuovo sulla bocca di tutti. Quindi vediamo cos’è, a cosa serve e com’è prodotta.
La biomassa di canapa sativa è il materiale organico presente nella pianta di canapa stessa. Si ottiene dalla lavorazione della parte apicale della pianta, escludendo i semi di canapa, degli steli e dei rami principali.
Oggi la biomassa trova una grande applicazione in molteplici settori: industria farmaceutica, tessile, cosmetica, energetica, ecc… Una risorsa preziosa e prodigiosa che si produce con semplicità. La maggior parte del prodotto è destinato all’utilizzo nel settore farmaceutico, alimentare e cosmetico. È prodotta dalle piante di cannabis light sulle quali è tassativamente proibito utilizzare prodotti chimici. La coltivazione e la produzione segue quindi dei precisi protocolli biologici che vietano l’uso di pesticidi e additivi chimici.
Una volta che la pianta di canapa sativa raggiunge la corretta maturazione, viene raccolta, essiccata e successivamente triturata. Il materiale è triturato molto finemente, così da ottenere un prodotto di altissima qualità. Prima di passare per la triturazione, dal materiale vegetale, è accuratamente rimosso ogni stelo, ogni ramo e tutti i semi di canapa.
La biomassa di canapa sativa è un composto organico sfruttabile facilmente per ottenere svariati prodotti. Prima di tutto è impiegata per facilitare l’isolamento dei cannabinoidi non psicotropi più famosi e utilizzati al mondo: ci riferiamo al CBD e al CBG.
Estratti CBD e CBG è possibile passare poi all’ottenimento dei cristalli di CBD e degli altri cannabinoidi. I cristalli sono successivamente impiegati per la produzione dell’olio di CBD, dell’olio CBG e di molti altri farmaci e prodotti secondari (ricordiamo, ad esempio, gli e-liquid).
CBD e CBG sono estratti dalla biomassa di canapa sativa con diversi sistemi. Il più comune prevede l’impiego di alcuni solventi specifici o della CO2 supercritica. Quest’ultima è anidride carbonica fatta passare prima attraverso le piante, grazie alle proprietà gassose e poi convertita allo stato liquido, utilizzando macchinari specifici. Utilizzare la CO2 critica è considerato, in assoluto, il metodo migliore. Da vita, infatti, a principi attivi purissimi, privi di qualunque altra sostanza chimica nociva (come ad esempio l’alcol).
L’utilizzo della biomassa di canapa sativa non si limita solo a questo. I suoi impieghi, come accennato poco prima, sono molteplici. Può essere sottoposta a svariate lavorazioni che portano alla produzione di diverse prodotti:
La biomassa di canapa è un prodotto eccezionale, dai mille usi che non finisce mai di stupire. Oggi gli impieghi sono questi, ma in futuro, è probabile che ne vengano trovati anche molti altri. Il prodotto è al 100% naturale, ecologico e versatile. E vista la versatilità d’impiego, nonché la facilità di lavorazione, il commercio di questo prodotto è andato via via aumentando sempre di più. Oggi si contano molte più transazioni di acquisto e vendita rispetto al passato, tanto che la biomassa è riuscita a ritagliarsi una fetta di mercato tutta sua.
È chiaro quanto la biomassa di canapa sativa sia un prodotto rivoluzionario, il cui commercio sta conoscendo un momento particolarmente florido. La biomassa sta riscuotendo un notevole successo anche nell’ambito energetico. Il materiale organico è prodotto sempre da coltivazioni certificate, su terreni privi di pesticidi e metalli pesanti. La sua produzione deve rispettare ferree regole dettate dal GACP e dall’HACCP, per ottenere prodotti che rispettino sempre standard prefissati di qualità e sicurezza.
Ogni fase della lavorazione è accuratamente controllata e, per ottenere prodotti di altissima qualità, le diverse varietà di canapa sono fatte crescere separatamente e lavorate distintamente. Solo in questo modo è possibile evitare eventuali cross-contamination. Infine, anche le fasi di confezionamento seguono norme ben precise. Solo così è possibile garantire un prodotto finale di alto livello, conservato in modo corretto e con una durata superiore alla media di mercato.
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